L’Italia vista da un pullman

Tra gli innumerevoli privilegi che ho avuto nel praticare il rugby uno è stato, senza dubbio, quello di poter girare in lungo e in largo il nostro Bel Paese portando in giro, orgogliosamente, i colori gialloneri dell’Avezzano Rugby. Una sorta di “turismo sportivo” anche se nella maggioranza dei casi si trattava di toccate e fughe.

Di tante città ho visto solo i campi da rugby

Quasi sempre ubicati in periferia o in posti molto fuori mano, che comunque per arrivarci si doveva attraversare la città con la sensazione di stare su quegli autobus panoramici scoperti molto in voga a Roma o a Londra. Spesso era maltempo ed i vetri dell’autobus erano bagnati dalla pioggia. Le nuvole, si rincorrevano prendendo le forme più insolite(ci vedevo cani, elefanti draghi forse era l’effetto del Saturday night fever) e disegnavano lo skyline della località.

I fili dell’alta tensione simili a binari ferroviari di un treno che non arriverà mai in nessuna stazione. Era complicato trovare i campi, nella mia “età della pietra” non c’era Google Maps , i navigatori erano i vecchietti del posto a cui chiedevamo indicazioni che puntualmente erano errate.

Ricordo che ci orientavamo quando si iniziavano a scorgere in lontananza i tralicci dell’illuminazione dei campi. Un po’ come il faro per i naviganti. Ho visto città della nostra Italia bellissime che magari non ti saresti mai aspettato fossero così affascinanti.

La fantastica Catania con la enorme piazza del Duomo caratterizzata dalla pittoresca statua della Fontana dell’Elefante e l’Etna che domina ,la barocca Ragusa, con le sue cattedrali, la sua campagna con i terreni confinati da i muri a secco. La storica Milazzo. Riguardo a Catania uno dei campi in cui abbiamo giocato con lo Zagara Catania era adiacente all’aeroporto Fontanarossa, tanto che una volta atterrati, raggiungevamo a piedi lo Stadio.

Una volta nello spostarci verso il campo ci imbattemmo in due avvenenti turiste svedesi che chiedevano informazioni. Eolo ci fu amico. Infatti una folata di vento fece svolazzare gli abiti un poco succinti delle due turiste. La nostra reazione fu un lungo applauso con la richiesta di bis.

Le due ragazze non capirono molto, del perché del nostro entusiasmo, cosa che invece fecero due poliziotti in servizio che, capendo la goliardata, sorridendo ci invitarono ad un comportamento più consono. Sempre nella stessa occasione al check-in incontrammo Aldo Baglio(del trio Aldo, Giovanni e Giacomo).

Stava dialogando con la sua compagna ed aveva gli stessi atteggiamenti, le stesse mimiche facciali che assumeva durante i suoi sketch. Scambiammo qualche battuta e ci saluto’alla sua maniera “Miii non ci posso credere”

La Sardegna è stata un’altra terra da noi toccata per le trasferte.
La stupenda Alghero, la piccola Barcellona Sarda, con i suoi caratteristici vicoli ed il suo ordinato centro storico con i nomi delle strade in italiano e catalano impressi su piastrelle di ceramica. I suoi negozi di corallo ed il suo dialetto Catalano e l’ambientazione un po’ esotica.
La sorprendente Cagliari una città moderna con il piglio metropolitano.
Le discrete e un po’ chiuse Capoterra e Sinnai immerse nelle campagne Sarde.

Aneddoti esilaranti

Credo fosse una delle prime trasferte ad Alghero, per qualcuno di noi il battesimo del volo.
All’imbarco complimenti alle splendide hostess, l’immancabile canto “Evviva Maria”quindi il decollo con qualche apprensione.
L’applauso liberatorio all’atterraggio con tanto di bacio alla terra scesa la scaletta.
Ad un volo di rientro da Cagliari c’era anche la squadra del Valmontone Calcio . Il capo delegazione chiedeva alle hostess di poter ritardare il decollo in quanto mancava all’appello un componente della squadra.
Contava e ricontava ma mancava sempre un componente.
Il poco attento dirigente contava tutti tranne se stesso ergo sulla carta mancava sempre una persona. Sullo stesso volo c’era anche il mitico Carletto Mazzone , l’allora allenatore del Cagliari, che commentò in romanesco così l’episodio “ I rugbisti Abruzzesi so’ gajiardi no sti rimbambiti de pallonari”.

Altre città toccate

La variopinta Napoli, Benevento la città delle streghe, Salerno.
La papale Viterbo con le sue mura di cinta e la cattedrale di Santa Rosa, Rieti il centro d’Italia, le ruspanti Oriolo, Ariccia, Segni e Colleferro.
Passando in Umbria la multietnica Perugia, la suggestiva Gubbio il cui campo era ubicato nei pressi della montagna dove si allestisce il più grande albero di Natale del mondo.
Un salto nelle Marche con la industriosa Jesi, con le turistiche Pesaro e SanBenedetto del Tronto.
La Toscana con Firenze, Prato, Livorno e Venturina.
Ogni trasferta una storia di vita e tanti ricordi.

L’Italia è bellissima anche vista da un pullman o da un oblò di un aereo.


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2 risposte a “L’Italia vista da un pullman”

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